7.9.12

interview:: Maramao


(bellissimo post che mostra passo passo la creazione di una stampa sul blog di Mara!)

Nano-N): breve descrizione della tua "produzione"
Mara-M):  Mi presento, mi chiamo Mara e vivo in provincia di Torino. Ho sempre disegnato, è una cosa a cui non posso assolutamente rinunciare, e le prime cose che porto con me in qualsiasi borsa sono un taccuino e una matita. Da diversi anni mi sto concentrando in particolare sulle tecniche incisorie, soprattutto la calcografia. La riproducibilitá delle opere mi ha sempre affascinato, insieme alle parti che io considero più “artigianali del processo”, non creative ma semplicemente riproduttive e che permettono quasi di avere una pausa mentale durante il lavoro. Due anni fa dopo un viaggio in Giappone, ho scoperto la Mokuhanga, o xilografia giapponese e ho trovato la dimensione perfetta per coniugare il mio amore per la stampa con una tecnica insieme pulita e perfettamente allineata con la mia sensibilitá verso l'ambiente. Da un anno a questa parrte mi dedico completamente alle mie stampe, e tra i progetti futuri c'è anche quello di iniziare dei corsi per dar modo a più gente possibile di conoscere questa tecnica bellissima.
N): Cos'è per te la creatività?
M):  Questa è la domanda più difficile e penso che se qualcuno sapesse davvero dare una risposta si sarebbe forse risolto uno dei problemi più grandi per tutti i creativi. Di sicuro per me è una pulsione, un bisogno che mi spinge a creare qualcosa per comunicare un sentimento, un'emozione o un istante che rimanga impresso per sempre. Come hanno detto altri prima di me la creatività non si può insegnare, però si può stimolare e aiutare nei momenti di crisi. Fermarsi e guardarsi intorno, ascoltare musica, vedere una mostra, un film, un paesaggio, sono tutte cose che mi invogliano e aiutano, non c'è più grande stimolo a fare per me che vedere qualcosa di bello creato da altri.



N): E l'artigianato?
M):  Riallacciandomi alla prima domanda per me è “fare”. Dopo che la mente ha fatto il suo lavoro, ha ideato un progetto, un disegno, a questo punto è il momento delle mani, di gesti e attrezzi ormai abituali. È quasi un momento di riposo, in cui i gesti si ripetono: l'affilatura degli strumenti per intagliare, l'odore dei trucioli di legno e poi degli inchiostri, la texture della carta tra le dita... per me è davvero il momento in cui finita la parte più faticosa posso godermi appieno il piacere di quello che faccio. Non so se ho propio risposto alla tua domanda, nel mio caso è più una sensazione interna che altro.



N):  Da cosa e come nasce un tuo progetto?

M): Ci sono principalmente due casi: se un disegno è fatto ad hoc su commissione, in genere c'è un tema o un soggetto abbastanza definito e in questo caso faccio molte rierche, guardo tanti disegni, e moltissimi schizzi per trovare l'idea giusta.
Ma molto spesso invece l'immagine arriva da sola, leggendo un libro, ascoltando una canzone o anche lavando i piatti : ), un'immagine arriva chiarissima nella mia mente e in questo caso devo assolutamente interrompere qualsiasi cosa stia facendo per “buttare giù” la primissima idea: poi la difficoltá sta nel realizzare esattamente quello che sembrava cosí chiaro nella mia testa, ma che non sempre risulta subito coerente una volta tradotto su carta.


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